Apparato Digerente e Alta Quota: Evidenze Scientifiche e Riflessioni.

A cura del Prof. Paolo Sossai, MD, PhD, AGAF

Quadri clinici in alta quota

Studi come quelli di Hackett PH e Roach RC (2001) e di Yunhong L et al. (2018) hanno evidenziato come l’ipossia (riduzione della ossigenazione) dovuta alla quota (> 2500 m) possa determinare i seguenti quadri clinici: malattia acuta da alta quota, edema polmonare ed infine edema cerebrale. Nello studio di Dean AG et al. (1990) si riporta che il 42% di coloro che raggiungono la quota di 3000 metri presenta sintomi da malattia acuta da alta quota.
I sintomi di questa malattia sono di tipo gastroenterologico (anoressia, nausea, vomito, diarrea) associati a insonnia, vertigini e rilevante stanchezza.
Alcune evidenze (Icenogle M et al e Muza SR et al, 1999) sembrerebbero dimostrare che indipendentemente da altri sintomi, l’ascensione ad alte quote svilupperebbe quadri variabili di edema cerebrale.
McKenna ZJ et al. (2022) descrivono che l’80% dei soggetti che presentano malattia acuta da alta quota ha disturbi digestivi.
L’altitudine e la conseguente ipossia costituisce fattore di stress importante per chi si avventura in ambienti montani estremi. Queste osservazioni sono di grande rilevanza, soprattutto per chi pianifica spedizioni in alta quota o vive in ambienti montani a lungo termine.

Emorragie Digestive e Infezioni Intestinali ad Alte Altitudini

Emorragie digestive sono state osservate con una incidenza dell’1.1% in lavoratori addetti alla costruzione della ferrovia Qinghai-Tibet (Wu TY et al, 2007). L’ipossia nell’apparato digerente predispone anche a infezioni gastrointestinali. Agenti patogeni come Helicobacter Pylori, Giardia Lamblia e Candida albicans possano aggravare i disturbi gastroenterici in alta quota (Basnyat B et al., 2001).
Si è osservato che in alta quota anche la funzionalità linfocitaria è ridotta.
Le condizioni ambientali, compresa l’igiene precaria, possono predisporre sia ai sanguinamenti digestivi che alle infezioni per cui una alimentazione adeguata, la pulizia delle mani e il controllo di abitudini voluttuarie, come fumo e alcol, possono prevenire queste complicanze.

Microbiota e Adattamenti del Corpo Umano in Alta Quota

Il microbiota intestinale, composto da miliardi di virus, batteri, funghi e parassiti, svolge un ruolo essenziale per la salute digestiva e immunitaria. È stato calcolato che il numero di cellule batteriche è nettamente superiore al patrimonio cellulare di un organismo umano. In poche parole, siamo terreno di coltura per i nostri germi! Le condizioni di ipossia e gli stress ambientali possano alterare l’equilibrio del microbiota, riducendone la diversità e creando stati di disbiosi (Liu D et al, 2024). La salute del microbiota è quindi cruciale per chi affronta ambienti estremi come le alte quote.

Microgravità e Salute Gastrointestinale: Connessioni tra Alta Quota e Spazio

Gli studi sul microbiota intestinale in condizioni estreme si estendono anche oltre il nostro pianeta, nelle missioni spaziali, dove si osservano gli effetti della microgravità sulla salute gastrointestinale.
Gli ambienti confinati nello spazio e la microgravità determinano una riduzione significativa della biodiversità di virus, batteri, miceti e parassiti.
Nello spazio, l’integrazione alimentare anche di probiotici non è sufficiente a supplire le condizioni che si hanno sulla Terra dove il corpo umano è immerso in un ambiente ricco di microorganismi (Al KF et al, 2022).
Gli studi della NASA sui cambiamenti del microbiota nelle stazioni spaziali suggeriscono che questi adattamenti potrebbero essere simili a quelli osservati in alta quota. La ricerca su microbiota e microgravità apre quindi prospettive interessanti per comprendere i meccanismi adattativi in ambienti estremi.

Conclusioni: Strategie per la Salute Gastrointestinale in Alta Quota

L’esposizione a quote elevate rappresenta una sfida per il sistema digestivo, e in questa sinossi abbiamo mostrato come l’ipossia e i cambiamenti del microbiota giochino un ruolo cruciale in questo contesto. La ricerca è fondamentale per sviluppare strategie preventive per mitigare i disturbi gastrointestinali negli alpinisti e nei lavoratori in alta quota. Per migliorare la qualità della vita di chi vive o lavora in ambienti estremi, risulta necessario continuare a studiare e comprendere questi fenomeni, fornendo al tempo stesso supporto pratico e indicazioni per la prevenzione e la cura.

Prof. Paolo Sossai, MD, PhD, AGAF
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